Nel quartiere Cibali si omaggia il genero del boss mafioso Turi Cappello
Ai civici che vanno dal 9 all'11 di via Giovanni Lavaggi ci sono un panificio, un'agenzia di scommesse e un'autorimessa. Sono vicini l'uno all'altro e ogni anno la candelora dei pizzicagnoli, quella dei fummaggiari, fa sosta proprio davanti ai tre esercizi commerciali ad angolo con via Franchetti. Una sosta sospetta, si direbbe, per chi conosce la festa di Sant'Agata e le infiltrazioni mafiose nella gestione dei cerei e delle candelore. Anche se, da una breve ricerca, di sospetto ci sarebbe ben poco.

C'è semmai qualcosa di certo a cui si aggiungono elementi giudiziari. Il panificio standi ai dati della camera di commercio è di proprietà di Salvatore Litteri, detto Paolo, classe '84, arrestato nell'operazione antidroga Cocorito del 2021, che ha sgominato due gruppi che gestivano lo spaccio tra albanesi, colombiani e siciliani. Alla famiglia Litteri apparterebbe anche il bar Litteri di via Acquedotto Greco.

Nella prima operazione Litteri, insieme a Mishi Lombardo e Gioele Musumeci, avrebbe fatto parte di un gruppo che gestiva i carichi di marijuana che provenivano dal gruppo albanese per rivenderlo a Catania. Pregiudicato anche per delitti contro il patrimonio, Litteri, genero dello storico boss Turi Cappello, è stato arrestato nel blitz del 2024 per un giro di droga.

Nelle carte dell'inchiesta compare anche un documento fotografico che ritrae un incontro davanti alla trattoria il Tenerissimo, tra Litteri, Salvatore e Antonio Castorina e Giuseppe Domicoli, secondo la guardia di finanza si trovavano lì per discutere della sparizione di un carico di cocaina. Ed è proprio all'esercizio commerciale di uno degli esponenti principali di Cosa nostra che la candelora dei pizzicagnoli ogni anno fa omaggio con la tradizionale ballata.
Della mafia all'interno della celebrazioni agatine si sa almeno dal 2012, quando il collaboratore di giustizia Daniele Giuffrida del clan D'Emanuele rivelò che «il cereo dei pizzicagnoli era gestito dalle famiglia dei Ceusi e dei Cappello, alle quali il mio gruppo riuscì a sottrarla con la forza tra il 1994 e il 1995 - dice Giuffrida ai magistrati - Anche gli altri cerei venivano gestiti da clan mafiosi».
«Quello dei pisciari era gestito dal clan Savasta. Il cereo dei macellai, invece, era gestito dai Cappello che avevano anche il cereo dei fruttivendoli. Non sono a conoscenza se le altre candelore, ad esempio, quella del circolo sant'Agata, siano gestite allo stesso modo», riporta un articolo di MeridioNews. Ovvero gli eredi del clan Ferlito-Pillera che negli anni '70 avevano a capo i boss Alfio Ferlito e Salvatore Pillera, meglio noto come Turi Cachiti.
Due civici più in là c'è l'autorimessa di Giuseppe Caputo, titolare dell'esercizio da dicembre 2023 che ha sostituito la gestione di Vincenzo Ferro. Anche qui la candelora fa la sua fermata. E anche qui si balla e ci si diverte. Davanti c'è la polizia locale che gestisce il traffico. Così è nel 2025 e anche negli anni passati. Proprio in mezzo, tra le due botteghe, c'è il centro scommesse Goldbet la cui concessione è a nome della società Rilancio srl di proprietà di Alessandro Furneri e Simone Aiello.
E anche da questa attività la candelora passa ma non si ferma. Questi ultimi pubblicizzano i tornei di poker organizzati da Salvatore Motta fino alla fine del 2024 nella sede di Full tilt in via Maddem, alla fiera di Catania e adesso nel nuovo stabile inaugurato lo scorso 12 gennaio in via Comunità economica europea a Misterbianco. In cui domenica si svolgerà un altro torneo.